Foglie, piume, erba, muschio, ogni specie ha il suo, dallo straordinario nido del pendolino, vero capolavoro di ingegneria ed equilibrismo, ai più classici nidi di rondine: tutti i segreti sui nidi degli uccelli.
Perchè gli uccelli fanno il nido?
La maggior parte delle persone pensa che il nido non sia nient’altro che la “casa” degli uccelli. In realtà la scienza ci insegna che i nidi non sono “tane” e servono esclusivamente a dare rifugio ai piccoli. Il nido di solito viene costruito durante il periodo riproduttivo, in previsione dell’imminente cova delle uova, affinché si possano schiudere al riparo sia dalle avversità climatiche sia dai predatori.
Tranne qualche rara eccezione, gli adulti non utilizzano il nido al di fuori del periodo riproduttivo né per dormire né per ripararsi dal freddo. Potrebbe sembrare una versione un po’ meno romantica dell’idea classica di “nido d’amore”, ma in realtà costruire il nido insieme è davvero il gesto più importante che un genitore può regalare ai propri piccoli, anche nel regno animale.
Il nido: un riparo perfetto
Foglie, piume, paglia, erba, muschio ma non solo: gli uccelli costruiscono il nido con tutto ciò che trovano in natura, anche quando si tratta di materiale dimenticato dall’uomo. Ecco perché non è difficile trovare intrecciati ai piccoli rami anche strisce di tessuto, pezzetti di carta e avanzi di involucri di plastica. E poco importa se a noi fa sorridere vedere talvolta sbucare dal nido fili di stoffa appariscente, carta d’alluminio o addirittura stralci di cronaca del quotidiano locale ancora perfettamente leggibili che fanno assomigliare il nido a una piccola edicola fantasiosa. L’unica cosa che conta davvero è che il risultato finale sia il perfetto riparo dove far nascere i piccoli.
La costruzione del nido dell’uccello tessitore ©Suman Kalyan Biswas Photographer
Nidi dappertutto, non solo sugli alberi
Non tutti gli uccelli costruiscono il nido sui rami degli alberi. Molte specie, ad esempio, lo fanno tra gli arbusti. Altre sfruttano le fronde riparate, altre ancora sono solite costruire i loro nidi negli anfratti e nelle cavità naturali dei tronchi, come, ad esempio, lo storno e il picchio rosso maggiore. La rondine preferisce costruire il suo nido nei pressi delle abitazioni umane, all’interno di case e stalle. Il martin pescatore, invece, utilizza buchi scavati nelle pareti sabbiose, mentre specie come la pavoncella e l’allodola, prediligono fare i nidi a terra.
Piccoli capolavori di ingegneria
Mentre gli esseri umani manifestano il proprio gusto arredando casa, gli uccelli, attraverso le forme dei loro nidi ci raccontano una particolarissima storia dell’evoluzione che cambia da specie a specie in modo spesso sorprendente. Non tutti gli uccelli costruiscono il nido nella classica versione a cui siamo abituati, quella a “cestello”.
Chi pensa che i nidi siano tutti uguali, probabilmente non si è mai imbattuto, ad esempio, nei cosiddetti nidi “a sacco”, più chiusi e riparati dalle intemperie: è il caso, ad esempio, del pendolino, facilmente visibile tra le fronde dei salici lungo i nostri fiumi: il nido, vero miracolo di ingegneria, ha la forma di un fiasco pendente con l’apertura rivolta verso il basso e viene costruito in modo che resti sospeso a un ramo.
Quando il lavoro è terminato il maschio scava una apertura laterale che immette in un corridoio a pareti elastiche, che si richiudono dopo il suo passaggio, impedendo in tal modo l’ingresso a eventuali predatori.
Non tutti gli uccelli fanno il nido
Mentre esistono specie specializzate nel costruire nidi eccezionali, ne esistono altre che proprio non fanno il nido. Come il falco pellegrino, che preferisce posare le uova su rupi scoscese, difficili da raggiungere per eventuali predatori, o il pinguino imperatore, che si occupa direttamente di accudire l’uovo appoggiandolo sulle proprie zampe per tutto il periodo della cova, nel rigidissimo inverno antartico. Esistono poi specie dal comportamento parassita come il cuculo, che trae vantaggio dal nido costruito da altri uccelli senza doverne preparare uno tutto per sé.
Fin dalle prime capanne costruite con paglia e fango, l’uomo si è sempre ispirato alla perfezione dell’architettura dei nidi per costruire il proprio riparo. Non fanno eccezione le più moderne costruzioni dotate di ogni tecnologia: è il caso, ad esempio, delle 70 casette a cupola donate nel 2006 dalla fondazione americana Domes for the World ai sopravvissuti dello tsunami del 2004 in Indonesia. Realizzate in cemento e acciaio, queste cupole monolitiche ricordano nidi rovesciati e sono state realizzate in modo da resistere a terremoti e calamità naturali. O ancora lo Stadio nazionale di Pechino, inaugurato durante le Olimpiadi del 2008 e diventato famoso proprio con il nome di “Nido d’uccello”.
Si tratta della più grande struttura in acciaio al mondo e l’intreccio esterno ricorda da vicino la complessità di un nido, costruito con “ramoscelli” di una nuova lega di acciaio, per un peso complessivo di 110.000 tonnellate. Il suo design, oltre ad essere sbalorditivo, rende la struttura in grado di sopportare la forza distruttiva di un terremoto, resistente proprio come i nidi degli uccelli, costruiti per proteggere le uova dagli attacchi dei predatori, oltre che dall’intensità del vento, dal freddo e dalle intemperie.
I “nidi” dell’uomo: quando l’architettura si ispira alla natura
Fin dalle prime capanne costruite con paglia e fango, l’uomo si è sempre ispirato alla perfezione dell’architettura dei nidi per costruire il proprio riparo. Non fanno eccezione le più moderne costruzioni dotate di ogni tecnologia: è il caso, ad esempio, delle 70 casette a cupola donate nel 2006 dalla fondazione americana Domes for the World ai sopravvissuti dello tsunami del 2004 in Indonesia. Realizzate in cemento e acciaio, queste cupole monolitiche ricordano nidi rovesciati e sono state realizzate in modo da resistere a terremoti e calamità naturali. O ancora lo Stadio nazionale di Pechino, inaugurato durante le Olimpiadi del 2008 e diventato famoso proprio con il nome di “Nido d’uccello”.
Si tratta della più grande struttura in acciaio al mondo e l’intreccio esterno ricorda da vicino la complessità di un nido, costruito con “ramoscelli” di una nuova lega di acciaio, per un peso complessivo di 110.000 tonnellate. Il suo design, oltre ad essere sbalorditivo, rende la struttura in grado di sopportare la forza distruttiva di un terremoto, resistente proprio come i nidi degli uccelli, costruiti per proteggere le uova dagli attacchi dei predatori, oltre che dall’intensità del vento, dal freddo e dalle intemperie.
Osservare i nidi in primavera
La primavera è una stagione straordinaria per tutti i birdwatcher, il momento perfetto per osservare gli uccelli che costruiscono il loro nido e vi si “trasferiscono” per deporre le uova. Non a caso è chiamata anche stagione degli amori. I maschi iniziano i richiami d’accoppiamento e per molte specie costruire il nido fa proprio parte del rituale di corteggiamento. Imparare a riconoscere le diverse specie dal canto, dai piumaggi colorati e dalle diverse strategie di corteggiamento, è un’esperienza davvero emozionante.
Fonte per il testo: www.lipu.it
Immagine di copertina: sciencedaily.com