di Franco Tassi
Il seguente articolo riporta l’appello di Franco Tassi, del Centro Parchi Internazionale, pubblicamente presentato, martedì 8 agosto 2017 a nome del Gruppo Salviamo le Pinete, all’affollatissimo Consiglio Comunale Aperto della Città di Grosseto, per illustrare in modo chiaro e semplice come sia possibile prevenire e contrastare il fuoco che durante l’estate ha devastato molti nostri boschi.
“Possiamo domare gli incendi, se davvero lo vogliamo. È ora di svegliarci, e cambiare strategie. A salvarci sarà la biomimetica con le nuove tecnologie. Il nostro Gruppo Naturalistico frequenta e studia le Pinete Grossetane fin dagli anni ’50, allorché Marina di Grosseto non esisteva ancora, e la località si chiamava semplicemente Bosco San Rocco. Abbiamo svolto ricerche sulla fauna, scoperto specie nuove per la scienza, osservato i notevoli cambiamenti avvenuti finora, e possiamo affermare di avere una discreta conoscenza dell’ecosistema. Ciò che impressiona, e non solo qui, è la progressiva “aridificazione” dell’ambiente, che fa parte del vasto processo di “desertificazione” del pianeta, in gran parte provocato dall’uomo.
Caldo e siccità, con un clima sempre più anomalo e sub-tropicale ne sono l’effetto, con disastrosi risultati per la vita animale e vegetale, e per l’uomo stesso. Come referente in molte occasioni del Consiglio d’Europa (invited key-speaker), mi correrà l’obbligo di documentare a Strasburgo la disgregazione dei paesaggi viventi tipici del Bel Paese, e in primo luogo la lenta crisi delle Pinete Litoranee. Un processo preoccupante, che oggi non sembra compreso abbastanza dalla Regione Toscana, malgrado la Convenzione Internazionale del Paesaggio sia stata presentata proprio a Firenze, il 20 ottobre 2000. La degradazione delle pinete avrebbe conseguenze nefaste non solo sull’equilibrio ecologico e idrogeologico e sulla biodiversità, ma anche sulla vita delle comunità locali, e sull’eco-turismo internazionale. Gli incendi delle pinete, e più in generale il fuoco che periodicamente assale i boschi del nostro Paese, non sono mali fatali e inevitabili. Possono essere prevenuti, e bloccati efficacemente, se lo si vuole davvero: ma certo non limitandosi a impiegare metodologie arretrate o tecniche inadeguate come le attuali. Quando il bosco è bruciato, spazzar via brutalmente tutto ciò che resta sul terreno aggiunge alla devastazione un rimedio ancora peggiore. Perché distrugge definitivamente i residui della ricca fauna e flora tipica, e spesso endemica, della Maremma, senza apportare vantaggi di sorta.
Lo scorso anno il Processo Partecipativo Pineta Bene Comune del nostro Gruppo si concluse pubblicando due interessanti Pieghevoli, con altrettante Tavole che illustrano in modo chiaro e semplice la vita della pineta, le cause del fuoco e i possibili rimedi. Se si fosse seguita almeno una parte di questi suggerimenti, non saremmo precipitati nell’attuale voragine. Insistiamo quindi nel dedicare particolare attenzione a queste Tavole:
A.- la Tavola I dimostra quale ricchezza e varietà di vita abita una pineta sana e rigogliosa. Avrebbe dovuto essere pubblicata e affissa dovunque, diffusa nelle scuole, nei centri anziani, negli uffici e negli esercizi pubblici, e tradotta in spot da proiettare più volte su ogni canale televisivo.
B.- la Tavola II spiega, con un espressivo fumetto, come sia possibile sconfiggere il fuoco, grazie alle risorse offerte dalla Natura, e dalla più avanzata tecnologia ispirata alla biomimetica. Con 5 semplici mosse:
1 – Telerilevamento da torri di controllo, per scoprire subito il minimo fil di fumo (alcuni impianti del genere erano presenti in Maremma, ma non risultavano in funzione nei momenti cruciali).
2 – Mini-robot mobili con sensori capaci di geo-localizzare subito, alla distanza di 10 km e oltre, le radiazioni infrarosse 2,5-5 micron, tipiche del legno che brucia (metodo biomimetico da noi da tempo suggerito, e altrove già applicato).
3 – Droni attivi nei periodi critici per confermare che si tratti di un vero inizio di incendio incontrollato (e non di barbecue), e quindi per far scattare immediatamente l’allarme (la tempestività è fattore decisivo).
4 – Elicottero con secchione o autobotte ubicati a distanza ragionevole in grado di intervenire immediatamente a spegnere il fuoco sul nascere, limitando al massimo i danni; solo in caso di emergenza, intervento del più distante e oneroso Canadair.
5 – Forze dell’Ordine subito in azione per individuare le vere cause del fuoco, identificando e perseguendo i responsabili.
Si tratta di operazioni sicure, rapide, economiche, facilmente praticabili e della massima efficacia. Ma non risultano azioni concrete, né queste articolate proposte sono state finora prese in considerazione. Avremmo voluto, auspicato e sperato che la Maremma Grossetana si impegnasse, con lungimiranza e serietà, nella lotta contro gli Incendi e le loro conseguenze, svolgendo in difesa del proprio Patrimonio Naturale e delle Pinete quel ruolo d’avanguardia che l’avrebbe resa, anche a livello internazionale, un buon esempio da imitare. Ma purtroppo sembra siano state imboccate strade alquanto diverse.”
Fonte: Apollinea X-XI-2017
Immagine di copertina: localteam.it
Franco Tassi
Responsabile del Centro Parchi di Roma, ricercatore, scrittore e giornalista, ha al suo attivo oltre venti libri e duecento pubblicazioni sulla Conservazione della Natura e delle sue Risorse, materia di cui ha tenuto per tredici anni il primo insegnamento accademico d’Italia (1973-1986), svolgendo poi anche attività di docente universitario di Ecologia Applicata.
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